Allevatore di cozze: come viene chiamato? Chi può fare questo lavoro?

https://www.25alsecondo.it/?p=2873

Il lavoro dell’allevatore di cozze si chiama “miticoltore, che deriva dal sostantivo “militi”, i molluschi commestibili conosciuti comunemente come cozze. Si tratta di un lavoro impegnativo e importante, che richiede molte ore di dedica completa a questa attività.

Primo step: la semina delle cozze

Il primo momento di lavoro del miticoltore è nei mesi di giugno e di luglio, quando il “novellame” viene impiantato nelle acque. Le cozze più giovani vengono quindi disposte nei filari, con un codice RAM (Registro Arrivo Mitili) utile a distinguerli uno dall’altro. I filari si compongono quindi di file di pali e di corde, alle quali i mitili si attaccano e crescono.

La riproduzione del milito avviene con la produzione di uova che, quando si schiudono, danno alla luce delle larve. In un anno, arrivano circa a una lunghezza di 5 cm, ma vengono posizionate nei filari quando arrivano circa a 2 cm. Quando sono nei filari, le cozze vengono tenute nel mare tra i 13 e i 15 mesi con delle pause ogni 45 giorni, in cui vengono portate alla luce per 24 ore: questo serve per eliminare mitili morti e per verificare che non si formino parassiti.

I miticoltori, quindi, escono tutti i giorni in mare, sempre a orari diversi, per cambiare le funi, sostituire i bidoni e capovolgere i filari. Spesso e volentieri, queste persone hanno ereditato dai padri o dalle famiglie questa attività.

La raccolta e la depurazione

Quando sono di una dimensione adatta, le cozze vengono raccolte e sgranate, per separarle dal pergolato. Una volta portate allo stabilimento, si inizia il processo di depurazione: uno dei valori più controllati è quello di salinità, poiché è il più importante.

Vengono poi ulteriormente controllate e pulite, per essere quindi imballate con un’etichetta specifica per mandarle in vendita.

Come si nutrono e dove vengono allevate le cozze

Una delle conoscenze fondamentali del miticoltore riguarda la nutrizione delle cozze, fondamentale per la loro crescita. Il milite non ha una parte del corpo che mastica e digerisce: ha però una bocca, nella parte anteriore, che cattura le particelle microscopiche, le filtra e le assorbe ininterrottamente.

Per muoversi, la cozza usa un organo posto dietro la bocca che si chiama “piede: una ghiandola produce poi dei filamenti che le permettono di rimanere attaccata alla corda.

Le zone in cui vengono allevate le cozze si chiamano “pergolati” e, solitamente, vanno da un minimo di 500 metri quadrati a un massimo di 2000. Sono delimitati da una sorta di recinto fatto di legno di castagno, che è resistente a uno specifico tarlo che vive sott’acqua. A questa staccionata vengono quindi legate le corde.