In ambito medico, e nello specifico per la diagnosi istopatologica di alcune malattie, la cosiddetta colorazione di Giemsa (o colorazione di Wright-Giemsa) è uno dei metodi più diffusi. Ma in che cosa consiste questa pratica e come si possono individuare le patologie ricercate tramite questo metodo? Ecco una breve panoramica sull’argomento.
Colorazione di Giemsa: che cos’è e a cosa serve?
Come accennato in apertura, la colorazione di Giemsa (o colorazione di Wright-Giemsa in alcuni casi specifici) è un procedimento utilizzato per in medicina e in parassitologia. Questo procedimento prende il nome dal chimico tedesco – nonché uno dei primi malariologi – che lo sviluppò nel corso del 1904, Gustav Giemsa. Grazie al suo lavoro furono apportati importanti miglioramenti al metodo all’ora in uso, conosciuto come metodo Romanoswky.
Alla base del “funzionamento” della colorazione di Giemsa troviamo la differenziazione dei costituenti cellulari, i quali hanno una reazione basica e fissano l’eosina (acida) assumendo una colorazione che va dall’arancione al rosso. Al contrario, gli altri componenti cellulari che presentano una reazione acida, a contatto con il reagente (una miscela di blu di metilene e eosina) assumono una colorazione che vira verso il blu. Tramite questa differenziazione tramite il colore che risulta al termine del procedimento è quindi possibile, per esempio, individuare la presenza di parassiti o effettuare i bandeggi cromosomici. Altri utilizzi della colorazione di Giemsa comprendono tra gli altri la diagnosi della malaria.
Come si usa?
Come abbiamo visto, gli impieghi e gli utilizzi della colorazione di Giemsa possono essere diversi. Si tratta infatti di una colorazione utilizzata specificamente per i gruppi fosfato del DNA. Infatti, si attacca alle regioni del DNA dove possono essere rinvenute elevate quantità di legame adenina-timina. in questo senso, la colorazione di Giemsa si usa nella banda di Giemsa (anche detta banda di G) al fine di colorare i cromosomi. E non solo: talvolta la colorazione di Giemsa è utilizzata per creare un cariogramma (ovvero una mappa cromosomica) e quindi individuare e identificare aberrazioni cromosomiche quali possono essere riarrangiamenti o traslocazioni. Altri utilizzi comprendono la colorazione del trofozoite Trichomonas vaginalis (che assume un colore verde).
È poi da specificare che la colorazione Giemsa può trovare impiego anche quale colorazione differenziale. Per esempio, può essere combinata con la colorazione Wright, da cui la denominazione “colorazione Wright-Giemsa”. In questo caso, il procedimento è impiegato per studiare l’aderenza dei batteri patogeni alle cellule umane. Ciò in quanto tramite questo procedimento è possibile colorare in modo differenziato le cellule umane e batteriche, che assumono rispettivamente un colore viola e rosa.
Allo stesso modo, la colorazione di Wright-Giemsa è impiegata per diagnosticare a livello istopatologico la malaria, nonché la presenza di altri parassiti del sangue spirochete e protozoo e nella colorazione cellulare del Wolbachia.
Altri impieghi comprendono la visualizzazione dei cromosomi per individuare l’infezione da citomegalovirus; per colorare il fungo istoplasma; evidenziare i trofozoiti di Pneumocistis e clamydia; identificare i mastociti; diagnosticare altre malattie parassitarie; per la conta differenziale dei leucociti.
Colorazione di Giemsa: procedimento
Il procedimento per la colorazione di Giemsa prevede in primo luogo la disposizione di una goccia di sangue vicino al bordo di un vetrino portaoggetto. Sul vetrino deve essere effettuato uno striscio, che deve asciugare bene all’aria. Sullo striscio devono quindi essere versate abbastanza gocce di liquido di May-Grünwald per ricoprirlo, poi aspettare tre minuti. durante questo intervallo di tempo avviene il fissaggio dello striscio.
Il colorante deve essere poi diluito direttamente sopra allo striscio, con l’aggiunta della stessa quantità di acqua distillata rispetto al colorante. Dopo aver lasciato agire per tre minuti, ovvero dopo che è avvenuta la dissociazione dell’eosinato di blu di metilene in eosina e blu di metilene (colorante basico), avverrà la colorazione dell’eosina alle strutture basiche e quella del blu di metilene a quelle acide. Il vetrino deve essere scolato e cosparso con una soluzione di Giemsa e acqua distillata lasciando agire per 10-20 minuti, quindi lavato con acqua e lasciato asciugare all’aria prima di osservarlo.