Finestra fertile: che cos’è? Come calcolarla? Cosa fare in quei giorni?

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La struttura dell’organismo femminile contempla delle funzioni importantissime per l’espletazione di aspetti legati profondamente alla natura del sesso in questione. La finestra fertile è una fase del ciclo mestruale che dà alla diretta interessata maggiori possibilità di restare incinta. Avendo un pieno controllo su questo aspetto – da abbinare, ovviamente, con un calcolo temporale ben calibrato – si può decidere con certezza matematica quando intraprendere un passo piacevole in grado di rivoluzionare completamente la propria esistenza. Al fine di comprendere tutti i dettagli del caso, occorre approfondire la faccenda per non trascurare alcun particolare ed avere profonda consapevolezza dei propri mezzi.

Finestra fertile: cos’è?

Come accennato nell’introduzione, la finestra fertile è un periodo favorevole per dare il là ad una potenziale gravidanza. In altre parole, si tratta dell’intervallo di tempo nel quale l’ovulazione giunge a compimento e lo spermatozoo ha una probabilità più elevata di fecondare la cellula uovo – denominata anche gamete femminile.

L’ovulazione si caratterizza per il rilascio della predetta cellula uovo dal follicolo ovarico per poi essere catturata dalle fimbrie, ovvero le estremità mobili delle tube di Falloppio. Lungo questi canali, si agevolerà l’eventuale ingresso degli spermatozoi per semplificare il processo di fecondazione.

Solitamente, l’ovulazione si verifica 14 giorni prima dell’inizio del nuovo ciclo mestruale ed è stimolata dal picco massimo dei livelli degli estrogeni e dell’ormone luteinizzante. A differenza della spermatogenesi maschile, l’attività ovarica e la stagione fertile femminile terminano intorno all’età media di 50 anni con l’arrivo della menopausa. Difatti, le donne producono un numero pressoché limitato di cellule uovo nell’arco della loro esistenza, ossia fino a quando i follicoli nelle ovaie diventano meno sensibili ai segnali ormonali.

Come calcolare il periodo fertile?

Un calcolo ottimale della finestra fertile passa attraverso un metodo molto diffuso, ossia quello del calendario – o metodo Ogino-Knaus. Partendo dalla data in cui sono comparse le mestruazioni, si può calcolare il tutto sottraendo 18 giorni dalla durata del più breve dei 12 cicli precedenti e 11 giorni dal più lungo. Se le variazioni in tal senso saranno più ampie, le chance di avere un bambino saranno maggiori poiché si dilata in modo proporzionale anche il periodo di fecondazione.

Un altro stratagemma efficace riguarda la misurazione della temperatura basale. Se il parametro in questione aumenta, dopo l’ovulazione, di circa 0,2 o 0,5 gradi centigradi, si potrà notare che rimarrà costante per diversi giorni delineando quella che è, a conti fatti, una vera e propria finestra fertile. La temperatura basale deve essere misurata al mattino, introducendo un termometro in vagina per alcuni minuti ed effettuando il tutto sempre alla stessa ora.

Ad ogni modo, esistono anche dei sintomi piuttosto evidenti che una donna può cogliere per decidere, quindi, il da farsi. In presenza di tensione al seno, maggiore desiderio sessuale, cambi repentini dell’umore, aumento dell’appetito, cambiamenti delle secrezioni vaginali e gonfiori o dolori al basso ventre, la  diretta interessata può scegliere se è il momento giusto per compiere un grande passo o se è preferibile attendere un’altra circostanza. In un senso o nell’altro, si tratta di valutazioni importanti da concretizzare con un notevole senso di responsabilità.