Caratteristico abito della Scozia, il kilt viene spesso chiamato “gonnellino” ma gli scozzesi possono arrabbiarsi molto al riguardo. Andiamo a scoprire la storia del kilt, come viene realizzato e quando è usato.
La storia del kilt
Il kilt, inteso come il capo d’abbigliamento a cui ci riferiamo noi oggigiorno, nasce nel XVIII secolo. Prima di questo periodo, il kilt esisteva già ma in una forma diversa, ed era molto diffuso nelle Highlands. Il grande kilt solitamente consisteva in un grosso pezzo di stoffa dalla lunghezza di circa 5 metri, non rifinito e solitamente in lana, da avvolgere in vita e poi stringere con una cintura. Per finire, c’era da drappeggiarselo sulle spalle e da usare una spilla, conosciuta con il nome di “brooch”, per tenerlo fermo. Indossare il kilt a quei tempi non era pratico come oggi per via della sua lunghezza, che obbligava la persona a sdraiarsi sulla stoffa stessa, dopo averla stesa per terra.
A un certo punto, forse proprio per via della scarsa praticità del grande kilt, si è passati al piccolo kilt. In questo caso, possiamo parlare del kilt come lo conosciamo noi. Il passaggio è avvenuto nel XVIII secolo e si narra che il merito appartenga a Thomas Rawlinson, un inglese che si ritrovò a osservare i suoi operai mentre lavoravano con indosso il grande kilt e si accorse di come questo fosse poco pratico. Ecco che l’uomo decise di rendere il capo d’abbigliamento più funzionale, e anche più comodo per i suoi uomini, mantenendone solo la parte inferiore e lasciando perdere tutto il drappeggio nella parte superiore.
La parte superiore del kilt, tuttavia, non è stata completamente abbandonata ma è diventata una sorta di capo accessorio da indossare solo in occasione di eventi particolarmente importanti, come le cerimonie.
C’è stato un periodo in cui il kilt, così come altri capi d’abbigliamento scozzese, venne vietato dalla Legge e ciò avvenne nel 1976 in seguito alla sconfitta giacobita di Colloden, che portò all’introduzione del Dress Act, a determinare quali capi d’abbigliamento potevano essere indossati e quali, invece, dovevano essere banditi. Tuttavia, il kilt è stato poi scelto come capo d’abbigliamento per i militari, e forse si deve proprio a questo la sua sopravvivenza.
Quale stoffa è usata per il kilt?
Abbiamo visto come, all’inizio, il kilt fosse in lana grezza ma molti sostengono che il kilt sia cucito in tartan, ovvero la stoffa di lana con il classico disegno a quadri. Alcune persone sostengono che con il termine “tartan” non si debba intendere la lana bensì solo il disegno. A dispetto di questi battibecchi al riguardo, solitamente con la parola “tartan” intendiamo sia il disegno sia la stoffa. Nei tempi passati il tartan era in pochi colori, o addirittura a tinta unita, mentre oggi, grazie anche all’avvento delle tinture chimiche, è possibile trovare tartan in varie sfumature. Un tempo, il colore del tartan era stabilito dalla zona geografica di appartenenza dell’uomo che avrebbe indossato il kilt, mentre con il passare degli anni esso venne collegato ai diversi clan scozzesi.
Quando viene usato il kilt
Nonostante a volte sia possibile vedere uomini scozzesi in giro con il kilt indosso, al giorno d’oggi questo capo d’abbigliamento viene generalmente usato in occasione di eventi speciali come i matrimoni oppure per il ceilidh (un evento sociale in cui le persone ballano a ritmo della musica tradizionale) o ancora in occasione degli Highland Games.