Trading online: come creare una strategia per investire sui mercati finanziari

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Per chi decide di investire in completa autonomia, grazie al mondo del trading online, uno degli aspetti più complessi riguarda la creazione di una strategia efficace che consenta di operare sui mercati finanziari. Una buona modalità d’investimento, che abbia la possibilità di risultare produttiva, dovrebbe infatti sempre tener conto di diversi fattori fondamentali. I primi di questi riguardano le potenzialità e i rischi, ovvero il grado di consapevolezza di un investitore. Questo è molto importante perché chi investe dovrebbe farlo sempre in modo informato.

Ciò significa non solo essere a conoscenza dei potenziali risultati positivi che un’operazione potrebbe produrre e dei relativi rischi ma anche stabilire dei punti fermi della propria strategia. Questi sono solitamente legati ai tempi dell’investimento, al budget e all’apertura di nuove posizioni. A tal riguardo è importante sottolineare che una buona strategia prevede sempre che una persona si mantenga informata sulle principali novità del settore, o almeno su quelle relative al proprio ambito d’investimento, e sulle news di macroeconomia.

Come creare una strategia

Prima di creare una buona strategia di investimento è opportuno scegliere la piattaforma di trading con cui operare. Per individuare quella più adatta alle proprie necessità è possibile seguire i consigli degli esperti di Investimentifinanziari.net, portale di riferimento nel settore dove trovare guide, approfondimenti e anche recensioni dei migliori broker disponibili online.

Una volta individuato l’intermediario da utilizzare è importante stabilire un budget iniziale di investimento, che sia relazionato alle proprie possibilità e non rappresenti un passo eccessivamente rischioso. Il secondo paletto da stabilire riguarda invece il tempo che una persona è disposta ad attendere nella speranza che il proprio investimento produca dei frutti. Questo parametro inciderà notevolmente anche sul grado di rischio. Un insieme di operazioni incentrate sul breve termine hanno di solito infatti un rischio più elevato e prevedono l’utilizzo di asset contraddistinti da una maggiore volatilità, come ad esempio le criptovalute.

Per investire nel breve termine è solitamente necessario aprire e chiudere spesso delle posizioni, tramite il cosiddetto “day trading“, cercando di sfruttare i trend e le indicazioni di ipercomprato e ipervenduto. I traders che decidono invece di investire nel medio o nel lungo termine lo fanno invece di solito utilizzando le azioni, gli etf, il mercato valutario o una combinazione di questi asset. Per una strategia di investimento di questo tipo è fondamentale seguire una buona logica durante la creazione e la ripartizione del proprio portafoglio.

Investire nel lungo termine

Un portafoglio realizzato in modo corretto deve essere sempre ben diversificato, ovvero deve includere diversi titoli, in modo da abbassare il grado di rischio complessivo. E’ molto importante che la suddivisione del budget avvenga seguendo una buona logica. Quando i capitali sono cospicui, o comunque per cifre superiori ai mille euro, può essere una buona norma ripartire il capitale tra ambiti diversi d’investimento, come ad esempio:

  • Azioni dei colossi.
  • Titoli emergenti.
  • Indici.
  • Etf.
  • Materie prime.

Utilizzare questi cinque elementi permette di ottenere un portafoglio che sulla carta presenti una buona stabilità ma che al tempo stesso possa anche garantire un’interessante prospettiva di crescita. Ovviamente poi la riuscita di un portafoglio d’investimento dipende dalla scelta di ogni singolo asset che riguarda la fase cruciale di ogni strategia, per la quale è molto importante anche conoscere le novità del momento. Per esempio, scegliere alcuni titoli dei cosiddetti “colossi”, come ad esempio Amazon, Aplle, Tesla, Google e simili, possono dare un buon grado di stabilità al portafoglio.

Questo sarà garantito anche dalla scelta di alcuni indici ed etf particolarmente apprezzati, magari individuati attraverso l’analisi tecnica, e dalla selezione di alcune materie prime (che potrebbero includere anche i cosiddetti beni di rifugio). Infine la parte più rischiosa riguarda la ricerca dei titoli emergenti, a cui può essere riservato al massimo un 30% del proprio budget e che prevede la necessità di individuare delle società con ottimi potenziali, magari operanti in settori in forte crescita.